In memoria di Don Gaetano Pivatelli
In memoria di Don Gaetano Pivatelli
Don Gaetano nacque a Rosegaferro, una frazione di Villafranca di Verona, il 27 gennaio del 1832. Il padre, Luigi, aveva da poco acquistato un’Osteria nel paese insieme alla moglie Marianna Pedrotti. Gaetano ancora fanciullo studiò all’istituto don Mazza di Verona dove preludio della sua carriera clericale, darà prova di grande intelletto: “riportò durante tutti gli anni e in tutte le materie scolastiche la massima votazione, Primo Eminente”.
Nel 1872, all’età di quarant’anni diviene parroco della piccola Custoza, dove dovette fare i conti con le orme impresse su quel territorio da un susseguirsi di sanguinose battaglie: una drammatica situazione di povertà e malattia, accompagnata dalla carestia alimentare. Ciò che però lo colpi più nel profondo fu la morte di quei soldati che, morti per la patria, non avevano ricevuto il giusto riconoscimento, e si trovavano seppelliti nelle varie fosse comuni dei comuni adiacenti in balia delle intemperie e dell’anonimato.
“In questa situazione il parroco di Custoza don Gaetano Pivatelli, spronato da un fraterno sentimento di pietà, sentì come una missione il dovere di raccogliere in maniera più decorosa, in un luogo appropriato, quelle misere spoglie. Tanto che lo stato delle fosse si andava rapidamente deteriorando nell’incuria delle istituzioni. Istitui periodiche funzioni funebri di suffragio, cominciò a parlare con tutti e, quando gli giunse all’orecchio l’ennesimo ritrovamento, in un bosco, delle ossa di un povero soldato, prese carta e penna e comincio a scrivere a tutti! Scrisse persino al re Vittorio Emanuele II e all’imperatore Francesco Giuseppe d’Austria affinché si degnassero di concorrere all’erezione di un mausoleo degno di raccogliere i resti mortali di tutti i caduti delle battaglie”.
La sua parola trovò ampi consensi nella società e nelle istituzioni. Pivatelli muore nel 1900 a Custoza, viene seppellito nel cimitero comunale fino al 1990 quando finalmente raggiunge i giovani caduti (che tanto aveva penato per farli ricordare) nella cripta del sacrario.